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Origini e storia di Maniago

Maniago (Manià in friulano)è un comune di 11.971 abitanti, situato in provincia di Pordenone e sorge a 283 metri sul livello de mare, alla confluenza del torrente Colvera in pianura, alle pendici del monte Jof (1224 m). La strategica posizione di Maniago lungo la pedemontana del Friuli Occidentale ha sempre permesso alla cittadina di svolgere un ruolo importante nel contesto viario che conduceva dalla pianura ai passi montani, attraverso le valli del Cellina, del Colvera e del Meduna. Tracce di presenza umana riferite al periodo Neolitico sono state rinvenute nelle grotte del monte San Lorenzo, in particolare frammenti di oggetti in ceramica ed altri reperti in pietra che testimoniano l’esistenza di possibili insediamenti abitativi preistorici. Modeste le testimonianze circa la presenza in zona dei Celti, abitanti in terra friulana da III secolo a.C., anche se sono ancora vive alcune usanze, come l’accensione dei falò epifanici, che a questa popolazione possono riferirsi. Sicure sono invece le prove che documentano sul territorio la presenza dei Romani, a cominciare dalla stessa voce Maniago, nome di origine latina, forse terra di Manilius.

Palazzo Attimis

Il rinvenimento di numerose monete e lapidi con iscrizioni di epoca romana, ma soprattutto il tracciato della strada che da Concordia, per San Quirino, San Foca e il guado della Cossana arriva a Maniago e proseguiva verso la montagna, salendo dal versante meridionale del San Lorenzo, consente di dilatare la storia maniaghese ben oltre i mille anni ufficiali. Databili intorno all’VIII secolo sono alcuni frammenti scultorei murati sulla facciata del Duomo e risalenti al periodo dei Longobardi, popolo che, raggiunto il Friuli nel 568, si stabilì anche a Maniago e nelle terre vicine, probabilmente ai piedi del Monte Fara, voce che in longobardo significa proprio “famiglia”. Il primo documento che riporta il nome di Maniago in forma scritta è il diploma dell’imperatore Ottone II di Sassonia, inviato da Ravenna al fedele Rodoaldo, Patriarca di Aquileia, per confermargli il possesso di alcune terre tra cui la cortem que vocatur Maniacus, vale a dire la corte che è chiamata Maniaco. È il 12 gennaio 981. Nel documento sono chiaramente indicati i confini della corte, posta tra le acque del Cellina e del rivo Corto, presso la chiesa di Marcadello, luoghi questi ultimi identificati con il Rugo Storto e la Chiesa di Madonna di Strada in comune di Fanna.

Duomo

Alcuni anni dopo, Rodoaldo affida alla difesa e lo sfruttamento di queste terre ad un gruppo di capifamiglia; ai discendenti dei quali verrà più tardi concesso il titolo nobiliare. Durante gli scontri con i paesi vicini, la gente di Maniago trovava sicuro rifugio nella roccaforte costruita verso il 1150 sulle rovine di una torre romana, questo castello riuscì a resistere a numerosi assalti, devastazioni e incendi, ma dovette cedere, dopo 42 giorni di assedio, alla Serenissima il 5 giugno 1420. I signori di Maniago furono costretti a giurare obbedienza al Doge. Alla lunga dominazione di Venezia si sono succedute quella francese, molto breve, e quella austriaca fino all'annessione del Friuli al regno d'Italia dopo la terza guerra d'indipendenza (1866). E’ interessante ricordare che a Maniago sono nati gli ottici Domenico e Lorenzo Selva, che realizzarono il primo binocolo, e l'architetto Gianantonio Selva progettista del teatro "La Fenice di Venezia". Angelo Dal Mistro fu insegnante del Foscolo, mentre al Salesiano padre Natale Dal Mistro si deve il primo vocabolario italiano-persiano. Negli anni che seguirono non mancarono i medesimi problemi comuni alle altre regioni del Regno: soprattutto le difficoltà economiche furono causa di forte emigrazione verso Paesi esteri. Negli anni della Grande Guerra, Maniago partecipò al conflitto pagando un pesante tributo di vittime. Non meno grave fu il bilancio di caduti e dispersi durante il Secondo Conflitto Mondiale. Il secondo dopoguerra porta Maniago ad una lenta ricostruzione politica, economica e culturale che avrà i maggiori risultati dagli anni ‘60-‘70 in poi; il recupero del comparto coltelleria, attività storica del Comune, consentirà la ripresa dell’economia, già dagli anni ’50, in anticipo, rispetto ad altre aree friulane, soprattutto per l’organizzazione del lavoro dei coltellinai in forme consortili ed associative già dal 1870. Merita, altresì, ricordare l’inaugurazione, nel 1855, della prima filanda a vapore, annoverata tra le 44 grandi filande del Friuli, che fu un evento significativo nel mondo del lavoro femminile fino alla chiusura a metà del 1900. Il 12 gennaio 1981 la comunità maniaghese ha celebrato l’anniversario del primo millennio. Una continua serie di manifestazioni culturali, sportive, ludiche, d’intrattenimento ha caratterizzato un anno intero volto a celebrare la crescita e lo sviluppo di una Comunità. Momento culminante è stata la pubblicazione del volume “Maniago, pieve, feudo, comune” che, attraverso il lavoro del prof. Carlo Guido Mor, coordinatore di un nutrito pool di storici, letterati, ricercatori ha ripercorso un intero millennio di esistenza di una comunità sotto tutti gli aspetti. Non da meno sono stati la realizzazione del medaglione commemorativo e delle medaglie in argento e bronzo nella cui faccia anteriore sono stati riportati i momenti salienti della storia di Maniago: la pieve, che con il duomo ci ha lasciato anche il monumento più illustre; la loggia, simbolo della vita civica comunale; i ruderi del castello, a testimonianza del lungo periodo patriarcale durante il quale nasce e si sviluppa il casato dei Maniago; una casa cinquecentesca in piazza, con evidenti impronte del periodo veneziano; la fontana principale realizzata dal Comune alla metà dell’ 800 e, in primo piano la ruota, il “rout”, di uno di quei battiferri dai quali è nata nei secoli l’industria fabbrile di Maniago. Ed anche il “Coltello del Millenario”, una stupenda catalana realizzata in mille esemplari con manico in corno di cervo e lama fotoincisa ad acido rappresentante una scena dall’officina del “favri da fin” con il campanile del duomo sullo sfondo, sormontata dal leone veneziano, un esemplare del quale, il 07 dicembre 1980, è stato donato a Papa Giovanni Paolo II in occasione del pellegrinaggio a Roma di oltre 300 maniaghesi.

Palazzo Attimis
Colazione